Come suonare il piano jazz?
scritto da Luca Ridolfo
Ultimamente hai deciso di imparare a suonare il piano jazz. Ben presto ti sei reso conto, però, di non sapere da che parte iniziare, visto il gran numero di materiali presenti su internet e non.
Voglio subito farti sapere che non c’è bisogno di preoccuparsi e che non tutto è perduto, anzi: è possibile imparare a suonare jazz al piano senza dover leggersi manualoni con teorie e scale impossibili.
Se, dunque, vuoi saperne di più su come suonare il piano jazz, non devi far altro che metterti comodo, dedicare pochi minuti del tuo prezioso tempo alla lettura di questa guida, e seguire passo dopo passo i suggerimenti che troverai esposti nei prossimi paragrafi.
Allora, sei pronto? Perfetto, in tal caso non mi resta che augurarti di riuscire a suonare i tuoi primi brani jazz ben presto!
Cos’è il jazz?
Sebbene la domanda è abbastanza diretta, la risposta richiederebbe svariati manuali per poter essere esausta in maniera completa. Qui cercherò di farla breve e di darti giusto due spunti – a te poi gli approfondimenti.
Il Jazz è quella che viene chiamata “America’s Classical Music”, ad indicare la profondità che c’è dietro questo tipo di musica.
Il Jazz si è sviluppato nel ‘900 ed è in continua mutazione. Questo perchè a sua volta è nato e si è sviluppato grazie ad un miscuglio tra popoli di diverse etnie, aventi differenti culture musicali.
Il Jazz è come una lingua. Possiede un determinato vocabolario con una determinata pronuncia dei vocaboli. Questi vengono collegati da una grammatica ben precisa che si è sviluppata durante il suo sviluppo.
Il fulcro principale del Jazz, però, è l’elemento improvvisativo. Ogni musicista di Jazz si concede un solo creato al momento. Come risultato abbiamo un qualcosa di altamente originale dovuta dall’unicità di ogni singolo musicista.
Prova a pensare ad Oscar Peterson e a Keith Jarrett – sicuramente hai capito di cosa sto parlando.
Il Jazz ha un suo ritmo e una sua cadenza ritmica, lo swing! Anche questo è un argomento molto personale e varia tantissimo in base al musicista. Sebbene noi italiani abbiamo in comune la parola “pianoforte”, in base alla nostra provenienza ognuno di noi pronuncerà questa con una specifica cadenza. Nel Jazz funziona allo stesso modo.
Andiamo ora a vedere qualche accenno di storia del Jazz e del pianoforte jazz.
Breve Storia del Jazz
Sebbene il Jazz abbia un centinaio di anni, la quantità di fatti e persone che hanno contribuito allo sviluppo di questo genere è enorme. Sono stati scritti interi libri e manuali che trattano ampliamente della sua storia nelle varie sfaccettature.
Anche restringendo il campo al pianoforte Jazz, è incredibile quanti pianisti (ancora tutt’ora viventi) abbiano fatto la storia di questo genere.
Volendo fare un breve riassunto dei vari stili pianistici del jazz, il Ragtime (S. Joplin) ha dato il contributo allo Stride Piano (James P. Jonson, Fats Waller, Art Tatum, Willie “The Lion” Smith”, Earl Hines). Da questo si sono sviluppati tantissimi pianisti della vecchia scuola come T. Monk, Duke Ellington, Bud Powell, Oscar Peterson, contribuendo enormemente al pianismo Bebop e degli anni 40-50.
Da questi pianisti, con influenze di vario tipo, ne sono cresciuti altrettanti come Herbie Hancok, Bill Evans, Chick Corea, Horace Silver, Cedar Walton eccecc.
Tutto il resto, beh… lo stiamo vivendo oggi 🙂
Lo so, è una semplificazione – giusto per darti un’infarinatura base. Se vuoi approfondire la storia del pianoforte Jazz, ti consiglio un bellissimo DVD di Bill Dobbins chiamato “The Evolution of Solo Jazz Piano”. In questo Bill Dobbins non solo ti parlerà della storia del pianismo jazz, ma ti suonerà nei vari stili. Potrai sentire le varie differenze tra l’uno e l’altro e capire cosa è stato preso da chi. Sono sicuro che non ti annoierai.
Come suonare il piano jazz per principianti
Come si era detto nell’introduzione, approcciare un genere cosi vasto come può essere il Jazz può essere intimidatorio per i principianti.
La prima cosa che devi assolutamente sapere per iniziare a suonare Jazz al piano è che la stragrande maggioranza dei brani suonati sono chiamati “standard”. Questi sono presi da un repetorio più o meno “standardizzato”, comune a tutti i musicisti di jazz. Sono dei brani che vengono spesso suonati in varie occasioni e che devi conoscere per poter suonare insieme ad altri musicisti.
Se non sai da dove iniziare, ho creato per te 5 lezioni in cui suono 5 standard in varie modalità, con soluzioni ricavate dai dischi. Per accedervi gratuitamente, CLICCA QUI >>
Ritornando a noi, questi standard vengono raccolti nei cosidetti “Real Book”. Questi sono dei libri presenti in commercio con all’interno centinaia di questi brani.
All’interno dei Real Book, troverai le melodie degli standard più gli accordi al di sopra di queste.
Come detto pima, più ne sai di questi standard, meglio è. I più semplici sono:
- Blue Bossa
- Summertime
- Take the A Train
- Satin Doll
- Autumn Leaves
Come affrontarli?
Prima di tutto parti dalla melodia. Ti spiego meglio cosa intendo nel prossimo capitoletto.
Come suonare il piano jazz: le melodie
All’inizio, specialmente se sei un principiante, mantienti sul semplice senza voler strafare. E’ solo cosi che potrai vedere iniziare a vedere le tue mani andare con il pilota automatico sulla tastiera del pianoforte
Per prima cosa, inizia imparando le melodie degli standard. Questo puoi farlo suonandole mentre ascolti i dischi di jazz oppure seguendo i tutorial della serie “Studia con Me – I temi bebop” nel mio canale YouTube. In questa serie te ne mostro una decina, ognuna suonata addirittura in varie tonalità. Perchè fare questo? perchè tutto il materiale con il quale poi improvviserai sarà basato sul materiale melodico dei brani.
Come sempre, più ne conosci, meglio è!
“Luca, ho appena comprato il Real Book, perchè non posso impararle direttamente da li anzichè fare fatica dovendole trascrivere dai dischi?”.
Se le impari dai dischi imparerai anche la giusta pronuncia di questi temi. Ricordi la mia analogia con una qualsiasi lingua? In questo modo non imparerai solamente il tema, ma imparerai anche a pronunciare correttamente questo. Se vuoi suonare jazz ad un livello accettabile, questo è fondamentale. In più, imparandole dai dischi, alleni la memoria, cosa fondamentale per suonare alle jam session con i tuoi amici. Se poi non sai leggere la musica, sappi che questo è il miglior modo per imparare il repertorio jazzistico.
“Luca, ma loro vanno troppo veloce, non ce la faccio!!”.
Con YouTube puoi rallentare la velocità degli audio, in modo che tu possa capire meglio le note suonate. Se la qualità di YouTube non ti soddisfa, ci sono tantissimi programmi per rallentare la musica (Amazing Slow Downder, Transcribe! ecc).
Come suonare il piano jazz: Accordi pianoforte
Adesso che hai imparato qualche melodia, è probabile che tu voglia anche suonare gli accordi per accompagnarla.
Qui la faccenda si complica in quanto dovrai capire cosa significano le sigle degli accordi. Se hai già una infarinatura armonica di base, questi non dovrebbero essere difficili.
Se sai già che note vanno all’interno di un accordo ma non hai ancora quell’abilità che ti permette di armonizzare a prima vista uno standard, devi dare un occhio al mio corso “Jazz da Zero”. Questo ti aiuterà ad ottenere quel pilota automatico per armonizzare qualsiasi melodia con solo quattro note.
Se invece non hai la benchè minima idea di quali note siano presenti all’interno di un determinato accordo, allora hai bisogno di un approfondire un po’ l’argomento armonia. Ci sono vari manualoni di armonia jazz. Il “Jazz Piano Book” di Mark Levine è sicuramente quello che va per la maggiore. Se vuoi un approccio meno teorico e più pratico, un libro che ti posso raccomandare è il libro “Jazz Piano Vocing Skills” di Dan Haerle.
Se praticherai quest’ultimo, dopo un certo periodo saprai quali note vanno all’interno degli accordi in maniera automatica.
Accordi jazz: quali sono?
Come avrai notato dal titolo del libro di Dan Haerle, lo scrittore-pianista tratta di voicings. Cosa sono i voicings e da cosa differiscono dagli accordi?
In generale con il termine accordi ci riferiamo alla loro sigla e alla loro funzione armonica. Con il termine “voicings” facciamo riferimento a come le note di questi accordi vengono disposte sulla tastiera del pianoforte.
Questo significa che un accordo, per esempio C7, può essere suonato in svariati modi disponendo le note di questo in varie combinazioni.
A questo punto il mio consiglio è: impara prima le note degli accordi (vedi il libro di Dan Haerle) e poi impara i voicings.
Giusto per darti un’idea, i voicing possono essere:
- A parti chiuse (block chords)
- A parti late (spread voicings) e vari drop.
- Rootless voicings
- Voicings a due mani
Nel mio corso “Jazz da zero” ti insegno ad armonizzare quattro temi utilizzando i voicings a due mani (a quattro note, 3 + il tema). Questo è uno dei modi più semplici per iniziare ad armonizzare un tema se hai già una preparazione armonica alle spalle.
Questo processo può richiedere qualche settimana. Cosi tanto? Eh si, quando vuoi imparare una cosa bene ti può servire del tempo. Non dovrai dedicare sedute di studio lunghe ore e ore, bensi dovrai dedicare brevi sessioni di studio ripetute nei vari giorni della settimana. Proprio per questo motivo interiorizzare tutto questo ti potrà richiedere del tempo.
A questo punto, dopo essere riuscito ad armonizzare un tema, quello che sicuramente vorrai fare è improvvisarci sopra.
Ma cos’è effettivamente l’improvvisazione? Vediamolo bene nella prossima sezione. C’è un dettaglio che non puoi non sapere!
Improvvisazione jazz: cos’è?
C’è un luogo comune che rende la vita dei musicisti di jazz in erba un inferno. Questi pensano, infatti, che improvvisare significhi inventarsi qualcosa dal nulla.
In un certo senso è vero, improvvisare significa creare al momento. Però, il materiale che noi utilizziamo per improvvisare, quello no – non è improvvisato.
Mi spiego meglio facendo un piccolo raffronto. Abbiamo detto che il Jazz è come una lingua. Quando noi parliamo la nostra lingua madre, l’Italiano, e discutiamo di un argomento qualsiasi, in quel momento stiamo improvvisando, creando un discorso dal nulla.
Le parole e i costrutti grammaticali che utilizziamo, però, non sono del tutto inventati dal nulla, cosi come le argomentazioni che diamo quando discutiamo su qualcosa. Queste sono state digerite ed interiorizzate in un momento precedente e successivamente trasmesse in maniera più o meno pensata a priori.
Di conseguenza, possiamo capire che la buona riuscita di una improvvisazione è dovuta a una serie di fattori che possiamo comparare alla buona riuscita di un discorso parlato. Ovvero:
- dobbiamo avere una padronanza dell’argomento sul quale stiamo discutendo (lo standard e la canzone sulla quale stiamo improvvisando)
- dobbiamo avere una padronanza della nostra lingua, dei vocaboli e dei giusti modi di collegare questi (materiale melodico)
Di conseguenza, capisci bene come l’improvvisazione è una sorta di “illusione”, pur sempre rielaborando (termine più corretto rispetto ad “inventare”) il materiale improvvisato in maniera estemporanea e automatica.
A questo punto ti chiederai: come posso imparare ad improvvisare?
Anche su questo argomento sono stati scritti libri e libri. Se hai già una conoscenza armonica alle spalle, improvvisare risulterà meno ostico perchè saprai che scale usare e che note usare ad ogni accordo.
Se non hai ben chiaro questi argomenti ti consiglio di approfondirli.
Se invece hai già questo tipo di conoscenze, puoi affrontare l’improvvisazione utilizzando la tecnica a “shapes”, la mia preferita per iniziare.
Queste “shapes” possono aiutarti a creare un’improvvisazione coerente e ad utilizzare poche idee per dare senso alle tue improvvisazioni, senza avere il “blocco dell’improvvisatore”.
E’ una tecnica molto semplice che spiego nel mio corso Jazz da Zero applicandola ai quattro standard presi in analisi. Clicca qui per vedere di cosa si tratta >>
Conclusioni
Se sei arrivato fino a qui, complimenti. E’ stata una lettura bella corposa dove ti ho spiegato quello che devi sapere per iniziare ad immergerti nel vasto mondo del pianoforte Jazz.
Come hai visto, il mio approccio è abbastanza semplice, cercando di utilizzare e di imparare poche cose. Questo è cruciale per far si che tu riesca a suonare jazz al piano facilmente e senza dover avere tanto tempo a disposizione. Ti bastano anche 15 minuti al giorno per affrontare un piccolo passo di quelli spiegati in questo articolo. In questo modo riuscirai a sviluppare sempre più il tuo pianismo Jazz.
FAQ
Come suonare il pianoforte jazz?
Per suonare il pianoforte jazz, riassumendo quanto scritto nell’articolo, devi conoscere gli standard jazz, con un particolare sguardo alle melodie e agli accordi.
Più standard Jazz hai sotto le mani, più diventerà facile suonare jazz al piano. Su internet trovi tanto materiale a riguardo ed in particolar modo su PianoforteJazz.it, dove puoi trovare tanto materiale tratto dai dischi.
Più impari da questi e più ti avvicinerai ai tuoi artisti preferiti.
Cosa vuol dire improvvisare nel jazz?
Come hai potuto leggere nell’articolo, improvvisare nel jazz significa rielaborare estemporaneamente del materiale che già conosciamo e che abbiamo interiorizzato. Più materiale abbiamo interiorizzato e più ci sarà facile improvvisare avendo svariati “vocaboli” e frasi pronti all’uso. Molto importante: improvvisare nel jazz non significa inventarsi qualcosa di completamente nuovo in ogni momento della nostra improvvisazione.
Come si fa ad improvvisare jazz?
Per improvvisare non esiste una pillola grazie alla quale si diventa subito abili improvvisatori. Come puoi presumere dall’articolo, per improvvisare devi avere interiorizzato gli accordi e le scale principali, oltre alle vari frasi, assoli e temi presi dai dischi.
Personalmente, trasportare i temi in varie tonalità (specie quelli bebop) mi ha dato molto in termine di materiale melodico per improvvisare. Sul canale YouTube di PianoforteJazz.it trovi la serie “Studia con Me – I temi Bebop” nel quale ti faccio vedere come studio i vari temi (e come anche tu puoi fare lo stesso insieme a me).
Anche qui, hai solo bisogno di tempo.
Come studiare improvvisazione?
Per studiare l’improvvisazione ci sono migliaia di modi per iniziare. Il metodo che io utilizzo, ma anche pianisti come Aaron Parks, è quello di utilizare e sviluppare una “shape”, una “forma” con la quale portare avanti l’improvvisazione. Sebbene questo approccio implica una conoscenza di base dell’armonia, a livello mentale è molto più semplice da affrontare e da “portare avanti” lungo la struttura dell’improvvisazione, oltre a facilitare di molto lo sviluppo tematico. Se vuoi saperne di più, clicca qui per vedere il mio corso “Jazz da Zero” >>